NARRATIVA
Tra Manzoni e Rodari: Brunialti

Tutto parte dall’amore per i libri di Gianni Rodari. E quando si dice tutto si intende la passione per un mestiere, l’attenzione a un modo di esprimersi e di raccontare, la visione delle cose e del mondo.
Un amore, quello per i libri di Rodari, che lo collega, lui nato e cresciuto a Roma, in qualche modo un po’ anche a un territorio che sta vicino a noi.
Così come a qualcosa di vicino a noi, almeno dal punto di vista geografico, lo unisce anche una parentela. E che parentela!
Un «nonno», o meglio, il bisnonno della sua bisnonna, che di cognome faceva Manzoni e di nome Alessandro. E che stava a Milano, pur legando il suo nome alla letteratura di tutta Italia.
Sofia, una delle figlie di Manzoni e di Enrichetta Blondel, era la nonna della bisnonna di Nicola Brunialti, il paroliere che ha scritto con Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi Abbi cura di me, la canzone presentata a Sanremo e che continua a ricevere riconoscimenti. E che con Cristicchi ha scritto anche il testo dello spettacolo teatrale «Manuale di Volo per Uomo», recentemente applauditissimo anche al teatro delle Arti di Gallarate. Ma non solo. Tra le sue canzoni, anche Dormono tutti con Renato Zero.
È dunque paroliere, sceneggiatore, scrittore, autore di programmi televisivi, non ultimo «Ciao Darwin», e pubblicitario che ha firmato spot a livello nazionale, alcuni dei quali hanno davvero fatto la storia della pubblicità in Tv.
Poliedrico e capace di districarsi tra diversi linguaggi e differenti modi di lavorare sulla parola.
Ma tutto, si diceva, nasce da Gianni Rodari.
«Tutti i suoi libri – confida – mi sono stati comprati da mia madre e io sono sempre stato affascinato dal suo modo di raccontare cose serie in modo buffo. Il suo racconto riesce proprio a “nascondere” in cose buffe argomenti seri».
Come argomenti seri, seppur narrati spesso sul filo dell’ironia, sono quelli che ha affidato ai suoi libri per bambini e ragazzi.
Con La maledizione del lupo marrano undici anni fa è stato uno dei primi a parlare di bullismo rivolgendosi anche ai più piccoli.
«Il bullismo, il convivere con difetti fisici, l’avere poca fiducia in se stessi, il poco amore verso il mondo li racconto in modo che forse avvicina i ragazzi, come dare una medicina con tanto zucchero. Altrimenti sarebbero raccontati come sui giornali. Il libro del lupo marrano nasce dal fatto che anch’io sono stato un grande bullo, ma anche tanto bullizzato. Non avevo fatto pace con le mie ginocchia e sono stato operato più volte. E io, che facevo battute “tormentando” gli altri, un giorno mi trovo a essere dalla parte del bullizzato. Da questo ho capito quanto dolore avevo procurato io».
E proprio in questi giorni sono in uscita due altri suoi libri che affrontano in maniera particolare temi molto attuali. Uno ancora per ragazzi, Saturnino, l’alieno venuto dalla Terra (Lapis) e il primo che ha invece scritto «per grandi», Il paradiso alla fine del mondo (Sperling & Kupfer).
«La storia di Saturnino - racconta - è quella di una famiglia che si sposta dalla Terra su un altro pianeta per cercare lavoro e lui si trova unico rosa tra i suoi compagni di scuola che sono verdi: un libro per scoprire quanto è dura la vita quando sei tu a essere considerato diverso dagli altri. Il paradiso alla fine del mondo invece parla di un mondo “al contrario”, dove, attraversando un’Europa devastata dalla guerra, ci si sposta verso l’Africa, perché in Africa c’è tutto».
E già da queste spiegazioni è facile capire il profondo significato di questi due romanzi. Di cui Il paradiso alla fine del mondo è, appunto, il primo libro che Brunialti scrive per un pubblico non di ragazzini, tipo di letteratura che ammette di amare «anche perché ogni anno è forte il desiderio di incontrarli nelle scuole per un confronto che per me è sempre un migliorarmi».
Il passaggio da una scrittura pensata per un pubblico di giovanissimi a uno più adulto è stato «un cambio un po’ faticoso, non mi sono subito adattato. Perché gli adulti a volte sono un po’ noiosi – sorride – e su questo testo ho lavorato due anni perché arrivassi a quello che credo fosse giusto. Ora sono contento del risultato».
Un risultato che parla di un mondo davvero ribaltato e ci pone davanti ai pregiudizi che troppo spesso popolano le menti.
© Riproduzione Riservata