SOFFERENZA
Il dolore della famiglia e la presenza del padre
Omicidio Bossi: il papà di Andrea, Tino, presente in aula a Busto Arsizio

Il dolore, la sofferenza. E la forza per essere presente. I genitori e la sorella di Andrea Bossi, il 27enne ucciso a Cairate nella notte fra il 26 e 27 gennaio 2024, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Davide Toscani. In aula ieri, martedì 18 marzo, c’era il padre Tino. L’8 aprile il pubblico ministero Parola inizierà l’escussione dei testi proprio con lui.
LA SCOPERTA SCIOCCANTE
Il 27 gennaio 2024 toccò al papà la scoperta scioccante. In mattinata il figlio non aveva risposto alle consuete chiamate e neppure ai messaggi. Intorno a mezzogiorno e un quarto Tino si recò in via Mascheroni per accertarsi che fosse tutto a posto. Aprì la porta con il suo mazzo di chiavi, il corpo di Andrea a terra immerso nel sangue fu la prima cosa che vide e forse l’ultima che ricorda di quella giornata terribile.
L’INQUILINA E IL TONFO
E pensare che l’inquilina del piano di sotto la sera prima, intorno a mezzanotte, sentì il tonfo sordo proveniente dal soffitto. Si innervosì pure, perché la figlia di pochi mesi si era appena addormentata e il rumore la ridestò in lacrime. La donna fece la rampa di scale e suonò al campanello di Bossi ma c’era un silenzio di tomba poco compatibile con il trambusto udito pochi istanti prima. La circostanza però non la insospettì, tornò al piano di sotto dagli ospiti che le avevano fatto visita e la serata si concluse così. L’indomani, proprio mentre Tino infilava le chiavi nella toppa, la vicina di accorse delle tracce di sangue che dall’alloggio della vittima portavano alla cantina. Ma erano trascorse dodici ore, troppe per fare qualsiasi cosa utile.
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