LA PROTESTA
Domani sciopero dei mezzi pubblici. Autolinee Varesine: servizio regolare
Protesta di 24 ore a livello nazionale. A rischio stop bus, tram e metro

Dopo i disagi di mercoledì per i treni, un nuovo sciopero dei mezzi pubblici è in calendario domani, venerdì 21 marzo. E’ la volta del Tpl con la protesta di 24 ore a livello nazionale: a rischio stop, dunque, bus, tram e metro. A Varese il servizio di Autolinee Varesine sarà regolare. Le linee del servizio Atm (azienda trasporti milanesi), invece, non sono garantite dalle 8:45 alle 15 e dopo le 18 di domani, venerdì 21 marzo.
«INCREMENTI SALARIALI ADEGUATI»
A proclamare la protesta i sindacati di base Adl Cobas, Cobas Lavoro privato, Sgb e Cub Trasporti, che non partecipano al tavolo sul contratto aperto al Mit e chiedono incrementi salariali “adeguati” contestando la pre-intesa già siglata dagli altri sindacati, condizioni di lavoro meno usuranti, maggiore sicurezza per lavoratori e passeggeri. “Se il governo, mentre si prepara a spendere per il riarmo, si rifiuta di rendere disponibili risorse per un reale recupero del potere d’acquisto dei salari degli autoferrotranvieri, è urgente una risposta chiara e determinata“, afferma la Confederazione unitaria di base.
INCONTRO AL MINISTERO
Un fronte, quello del Tpl, che proprio oggi, giovedì 20 marzo, vedrà un appuntamento che potrebbe essere decisivo per sbloccare il rinnovo del contratto nazionale, convocato dal Mit in seguito al reperimento delle risorse con il cosiddetto decreto accise. E dopo che l’intesa preliminare è stata sottoscritta a dicembre scorso. I sindacati di categoria e le associazioni datoriali saranno al ministero dei Trasporti per un incontro con il viceministro Edoardo Rixi. L’appuntamento tra Mit, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Autoferro, Agens, Asstra, Anav e Conferenza Stato-Regioni, potrebbe quindi mettere il punto finale alla trattativa per il rinnovo del contratto Tpl scaduto a fine 2023. E che in questi mesi è già stata costellata da tre scioperi messi in campo dai sindacati confederali e che potrebbe evitarne un altro, quello già proclamato per martedì 1 aprile. Con il buon esito del tavolo, verrebbe revocato.
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