DISBOSCAMENTO
Gallarate: finito lo sgombero, ecco il taglio degli alberi
In via Curtatone ha preso il via l’intervento. L’impresa: «Durerà una decina di giorni»
Il giorno dopo lo sgombero nell’ormai ex bosco di via Curtatone sono entrati in azione i mezzi della ditta Tagliaferri incaricata del taglio degli alberi. Questa mattina, venerdì 4 ottobre, nell’area dove sorgerà il nuovo polo scolastico di Cajello e Cascinetta hanno preso ufficialmente via i lavori per il disboscamento.
«Finalmente possiamo iniziare le operazioni di cantierizzazione» afferma Riccardo Tagliaferri, socio titolare della ditta Tagliaferri. Per garantire la sicurezza sul posto sono presenti la Polizia di Stato e gli agenti della Polizia locale.
I LAVORI
Dalla recinzione arancione che delimita l’area del cantiere è possibile vedere con chiarezza l’andamento delle operazioni di disboscamento. Al momento sul posto sono presenti due uomini ed un mezzo della ditta Tagliaferri ma già da prossimi giorni «ce ne saranno di più». Come sottolinea Tagliaferri infatti, ora la ditta dovrà lavorare il più velocemente possibile per recuperare il tempo perso a causa del presidio organizzato dal Comitato “Salviamo gli alberi di Gallarate” e sostenuto anche dal gruppo dei Tanuki e da altri ambientalisti.
«Il nostro intervento durerà all’incirca una decina di giorni per le operazioni di cantierizzazione - spiega Tagliaferri -, ovvero per il taglio degli alberi, l’estirpazione de ceppi e lo smaltimento del materiale di risulta».
E cosa ne sarà degli alberi abbattuti? «Saranno triturati con un apposito macchinario per poi essere riutilizzati per produrre energia pulita».
COSA RESTA
A margini del cantiere ci sono alcuni dei cartelloni che i manifestanti avevano appeso per sensibilizzare i gallaratesi sulla loro protesta ed alcuni dei manufatti realizzati all’uncinetto. Dentro, in mezzo agli alberi, ci sono i residui del campo allestito dai ragazzi che avevano trovato casa sulle piattaforme realizzate sugli alberi, con le tende, le corde ed i teli. C’è anche una panchina realizzata con tronchi di legno e la scritto ingiuriosa “Digos boia”.
Fuori ci sono le persone che vogliono vedere da vicino cosa sta accadendo, le lacrime di chi dopo trent’anni non riconosce più quella zona del suo quartiere e l’ansia di chi nel terreno vicino ha il suo orto e vorrebbe tornare dalla sua verdura per vedere come sta. SICUREZZA E PREVENZIONE
© Riproduzione Riservata