“RISTRETTI IN AGOSTO”
«Il carcere non è luogo di vendetta dello Stato»
La Camera Penale di Varese in visita ai Miogni. Riflettori puntati su sovraffollamento e condizioni detentive nei mesi estivi
Anche quest’anno la Camera Penale di Varese ha aderito all’iniziativa nazionale “Ristretti in Agosto”, promossa dall’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Nella mattinata di oggi, venerdì 1 agosto, una delegazione composta da penalisti, rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati e dell’Organismo Congressuale Forense ha visitato la casa circondariale dei Miogni per richiamare l’attenzione pubblica e istituzionale sulle condizioni della popolazione detenuta.
SOVRAFFOLLAMENTO E CONDIZIONI DETENTIVE
«Il carcere non può essere luogo di vendetta dello Stato, ma strumento di responsabilizzazione e reinserimento sociale», ha dichiarato l’avvocata Elisabetta Bertani, presidente della Camera Penale varesina. Il carcere dei Miogni, dove attualmente si trovano 94 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 53 posti, presenta gravi criticità legate al sovraffollamento, alla carenza strutturale e al peggioramento delle condizioni detentive nei mesi estivi, quando vengono sospese molte attività trattamentali.
LA VISITA IN CARCERE
Alla visita hanno preso parte anche l’avvocato Carlo Battipede, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Varese, e l’avvocata Elisabetta Brusa, responsabile del dipartimento Detenzione dell’Organismo Congressuale Forense. Con loro anche la magistratura di sorveglianza del Tribunale di Varese, presente con le dottoresse Benedetta Rossi e Federica Gentile. Durante l’incontro, Serena Pirrello, capo area educativa del carcere, ha illustrato i contenuti del Progetto di Istituto, che presta particolare attenzione ai temi dell’affettività e della genitorialità, pur nei limiti imposti dalle carenze strutturali. A preoccupare è anche il dato nazionale: 49 suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. «È una vera e propria emergenza sociale – ha concluso Bertani – che richiede una risposta collettiva da parte di avvocati, magistrati, istituzioni e opinione pubblica».
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