ROMA
Il ceto medio sotto pressione, redditi fermi, giù i consumi

(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Il 66% degli italiani si riconosce
nel ceto medio e per oltre il 90% ciò che conta davvero è il
sapere, il livello di istruzione, le competenze acquisite. Ma
questi valori non trovano più riscontro nella realtà economica:
l'82% degli italiani che si autodefinisce di ceto medio denuncia
che il merito non viene riconosciuto, che il capitale culturale
non si traduce in una giusta retribuzione. Secondo il nuovo
rapporto Cida-Censis, il ceto medio "galleggia senza
prospettiva", una situazione che pesa sull'economia visto che il
45% che ha già ridotto i consumi.
Dai dati del rapporto 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio.
Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare',
emerge che, negli ultimi anni, oltre la metà del ceto medio ha
visto il proprio reddito fermo, mentre più di uno su quattro lo
ha visto calare. Solo il 20% dichiara un miglioramento. Tra chi
ha figli, rispetto a dieci anni prima la condizione economica
della famiglia è migliore per il 18%, peggiore per il 26,9%,
uguale per il 23,8%. Se si suddivide la popolazione italiana in
decili per ricchezza netta familiare per il decennio 2014-2024,
i primi cinque decili (ceto popolare e ceto medio basso) hanno
subito una riduzione reale del -2,9%, i decili dal sesto
all'ottavo (il ceto medio alto) un tracollo del -19,7% reale e i
due decili apicali, i benestanti, del -4,3%. "Il ceto medio è
troppo ricco per ricevere aiuto, ma troppo povero per costruire
futuro", ha detto Stefano Cuzzilla, riconfermato Presidente di
Cida. "È il momento di ricucire il Paese: servono meno tasse sul
lavoro, più equità nel welfare e una nuova centralità del
merito. Senza il ceto medio, l'Italia perde crescita, coesione e
democrazia economica", ha aggiunto. (ANSA).
© Riproduzione Riservata