AUTOCONSUMO
Il modello “Cer” piace a 1,2 milioni di famiglie italiane
Comunità energetiche rinnovabili sempre più diffuse. Entro il 2050 nell’Ue 264 milioni di cittadini parteciperanno al mercato dell'energia come prosumer, generando fino al 45% dell'elettricità rinnovabile complessiva
L’adozione di modelli sostenibili per la produzione, il consumo e la gestione dell’energia rappresenta una sfida cruciale e attuale per l’intero sistema economico. In questo contesto, emergono nuovi protagonisti: cittadini e imprese che possono agire in modo proattivo nel mercato dell’energia, contribuendo così al consolidamento di un’economia sempre più green. Essi stanno evolvendo dal tradizionale ruolo di consumatori a quello di prosumer. Questi ultimi non solo producono energia rinnovabile, ma ne consumano solo una parte, immettendo quella in eccesso nella rete dove può essere immagazzinata o scambiata con altri consumatori. La produzione e la condivisione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono proprio i concetti fondamentali che guidano la nascita delle comunità energetiche rinnovabili (Cer).
Queste comunità sono libere associazioni di cittadini, imprese, enti locali e autorità territoriali che operano secondo principi di autoconsumo e autosufficienza energetica. Un approccio, questo, che dà vita a un modello decentralizzato e localizzato di produzione energetica. I vantaggi? Sono molteplici: oltre alla riduzione dei costi energetici, si ottiene una valorizzazione dell’energia prodotta e una significativa diminuzione degli impatti ambientali. Un altro aspetto importante è la coesione sociale che si sviluppa attorno a questo modello virtuoso, promuovendo così consapevolezza e collaborazione tra i membri della comunità. Secondo la guida Enea, entro il 2050 circa 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea parteciperanno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva. Per quanto riguarda l’Italia, un rapporto del Politecnico di Milano, l’Electricity Market Report, stima che entro il 2025 ci saranno circa 40.000 comunità energetiche nel Paese. Queste coinvolgeranno circa 1,2 milioni di famiglie, 200.000 uffici e 10.000 piccole e medie imprese. Inoltre, una mappatura di Legambiente ha individuato 154 forme di energia condivisa realizzate in Italia, tra comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. Sulle 67 realizzate a fine 2023, Piemonte, Veneto e Trentino-Alto Adige sono le regioni con il più alto numero di configurazioni.
A gennaio di quest’anno, per accelerare lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin ha publicato il Decreto Cer. Il testo individua due strade per promuovere lo sviluppo nella Penisola delle comunità energetiche rinnovabili: un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Pnrr e rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i cinquemila abitanti che supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi, e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. I due benefici sono tra loro cumulabili. Attraverso il provvedimento, sarà dunque favorito lo sviluppo di cinque gigawatt complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile.
Chiara Volontè
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