TRIBUNALE
Calci, pugni e cinghiate: l’attacco ultrà ai poliziotti
Iniziato il processo al capo della frangia più violenta del tifo biancorosso per gli scontri dopo Varese-Bologna di basket dell’aprile 2022. Il racconto degli agenti
Un poliziotto della Digos di Varese e uno del Reparto mobile di Milano in aula per raccontare gli scontri tra gli ultrà del basket e le forze dell’ordine dopo la partita Varese-Bologna dell’aprile 2022. È iniziato così, ieri, martedì 29 ottobre, il processo davanti al giudice Alessandra Sagone a carico di quello che viene ritenuto il capo della frangia più violenta del tifo sotto canestro, difeso dall’avvocato Marco Bianchi e accusato di resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Capo che quel giorno, hanno riferito i testimoni, avrebbe guidato i suoi ma non avrebbe poi partecipato fisicamente allo scontro con calci e pugni, lanci di torce e cinghiate da parte degli ultrà, e con un bilancio finale di alcuni contusi tra gli agenti.
L’ATTACCO
«Tra le due tifoserie – ha spiegato il poliziotto della Digos – ci sono screzi da sempre e quel giorno qualche problema ci fu anche prima della partita. Alla fine, però, gli Arditi, spalleggiati da alcuni tifosi del calcio, cercarono di attaccare gli ultrà bolognesi che salivano sul pullman, e quando si trovarono davanti il cordone di poliziotti e carabinieri attaccarono quello». Alcuni Arditi avevano il volto coperto, altri no, e sicuramente non l’aveva l’imputato «che all’inizio stava davanti al gruppo e dava indicazioni agli altri, dicendo “stiamo uniti, compattiamoci”, e poi, quando iniziarono gli scontri, si spostò di lato».
LA STRADA CHIUSA
A causa del parapiglia la via Stadio fu chiusa, con problemi per il deflusso dei tifosi normali, e da qui l’accusa di interruzione di pubblico servizio. In ogni il caso il contatto con i bolognesi non ci fu, grazie al “cuscinetto” creato dalle forze dell’ordine, e il poliziotto del Reparto mobile, oggi in pensione e all’epoca colpito da una torcia a una gamba, ha sottolineato «l’insistenza» degli Arditi per passare. Esame dell’imputato e discussione ad aprile: il difensore tenterà di dimostrare che il suo assistito non aveva intenzione di scontrarsi con gli agenti.
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