MOTORI
Il museo Cozzi prezioso scrigno legnanese

Sessanta auto esposte che raccontano sessant’anni di storia della mobilità e del design legato al motore. Pezzi unici che narrano il successo e le evoluzioni stilistiche di una gloriosa marca lombarda conosciuta in tutto il mondo: è Alfa Romeo, legata a doppio filo con la storia di una famiglia legnanese che ha nel Dna il motore, i Cozzi. Il loro museo è un esempio d’amore per la Casa del Biscione, una culla che accogli e valorizza la vita di geni che quelle auto-icona le hanno ideate, plasmate, elaborate, collaudate, portate alla vittoria in tutto il mondo, nelle classiche di velocità, ma anche nei campionati rally. E pure nei concorsi d’eleganza più esclusivi, da Pebble Beach a Villa d’Este.
Il museo Cozzi di Legnano è il «sancta santorum» dove la Casa del Biscione, nata al Portello e accasatasi ad Arese, ha trovato la sua miglior collocazione di passione. Qui spirito familiare si intreccia con la storia di volanti, livree e pistoni che il mondo ci invidia, in oltre 1000 mq che aprono il ventaglio sui racconti di vita di un capitano d’impresa - Pietro Cozzi e sua figlia Elisabetta, 50enne da 15 anni nel mondo motori – attraverso il loro vissuto per Alfa Romeo.
Poche settimane fa, nell’abitacolo dell’Alfa SZ V6 3000 disegnata da Zagato – quest’anno si celebrano i 100 anni del famoso stilista milanese - Elisabetta Cozzi e il marito Marco Cuppini hanno partecipato al tributo Alfa e Zagato inserito nella Mille Miglia 2019: questa è stata una ghiotta opportunità per incontrare un genio qual è il capo del design FCA, Klaus Busse, al volante per lunghi tratti della SZ targata Legnano.
«Mille Miglia 2019 è stata meravigliosa - precisa la Cozzi - alto concentrato di stile, storia e sentimenti alti condivisi tra chi ha il motore che pulsa forte nel cuore. Vivere a fianco a Busse una tappa della Freccia Rossa ed ascoltare le evoluzioni del design delle automobili da uno stilista del suo calibro è stato straordinario. Il mito centenario di Elio Zagato e le sue creazioni rivivono anche nel nostro museo Cozzi».
Ammirevole la loro opera di archiviazione, catalogazione ed ora di digitalizzazione di un museo privato di marca tra i più apprezzati d’Europa. «Mio papà Pietro, un’ottantenne che ama Alfa come fosse una sua creatura, iniziò a raccogliere testimonianze e pezzi unici sessant’anni fa. La rete dei musei d’impresa ci ha compreso nella loro fila, a fianco a Campari, Ducati, Pirelli, Olivetti, Benetton, ecc. Accanto a migliaia di depliant, libretti uso e manutenzione e ai 300 poster che narrano l’evoluzione dello stile, abbiamo due pezzi unici: sono Giulia TI Super 1600 da corsa del 1962, in colore grigio esclusivo e l’Alfa 155 quadrifoglio verde Q4 che, nel 1992, ha stabilito il record di velocità (300 orari) sul lago salato di Bonneville».
Luogo a tutto motore ma anche polo di cultura locale. «Il museo ha ottenuto per il terzo anno consecutivo l’eccellenza assoluta da Tripadvisor, come luogo di massima attrazione della zona – conclude Cozzi -. Nel futuro vorremmo accogliere eventi dedicati ad arte, tecnologia, meccanica e stile, perché Alfa ne è la sintesi. Qui un pubblico di tutte le età e di provenienza internazionale si sente come a casa propria».
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