CUCINA
Oggi i dolci parlano americano

«So resistere a tutto tranne che alle tentazioni». Lo diceva Oscar Wilde. E il grande della letteratura inglese (nato irlandese) ci scuserà se lo scomodiamo per parlare di... dolci.
Quelli veri, che ti lasciano tutta ciccia e brufoli, che fanno impennare pericolosamente l’indice glicemico. E che rallegrano la vista. Con tanti colori e decorazioni, glasse improbabili nel mondo «reale». Diciamo dolcetti usciti da cartoni animati, fiabe e film. Sì anche film.
Perché ormai tutti conoscono la cupcake alla vaniglia più celebre del pianeta, quella di Magnolia Bakery, grazie alla seducentissima serie televisiva di «Sex and the City».
Torte e piccoli capolavori di cake design si sono diffusi anche in Italia, non solo con maghi che impastano (e vendono) a tema, ma anche nelle case dei comuni mortali, dove mamme e più spesso nonne si fanno ripetere due, tre o quattro volte il nome del dolce che il piccolo o la piccola di casa sta divorando. O cucinando: «Pan che? Cup? Donut? E che cosa sono? Ah, sono frittelle e bomboloni...».
No! Non sia mai. Non è così. Si chiamano brownies, muffin, double chocolate cake, pancake, cupcakes, popcake. I dolcetti più italianizzati si trovano anche nei supermercati, cookies (biscotti!, finalmente). Certo poi ci sono le torte celebri, angelcake, Boston cream pie e naturalmente la cheesecake che si è anche molto italianizzata al punto che vi sono pasticcieri italianissimi che la producono con ricette davvero super.
I cupcake sono naturalmente i più celebri, riprodotti, decorati e... gustati. A fronte di fette enormi delle torte più tradizionali a stelle e strisce, si passa in questo caso a piccolissime e bellissime mini torte cotte in stampi da forno di varie dimensioni (li trovate, coloratissimi, per farli in casa, in negozi specializzati e nei super) e poi «scodellati» in divertentissimi e coloratissimi pirottini e glassate con gli ingredienti che la fantasia vi suggerisce. Il Nome? Cupcake significa dolce in tazza.
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