ROMA
Onu, stress da calore sul lavoro è una sfida globale

(ANSA) - ROMA, 22 AGO - Con l'aumento delle temperature e
degli estremi termici causati dai cambiamenti climatici, lo
stress da calore sul posto di lavoro è diventato una sfida
sociale globale, che non è più limitata ai Paesi situati vicino
all'equatore, affermano l'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms) e l'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) in un
nuovo rapporto congiunto. Per affrontare queste sfide, il
rapporto evidenzia nuove linee guida e piani d'azione. "Lo
stress da calore sta già danneggiando la salute e i mezzi di
sussistenza di miliardi di lavoratori, soprattutto nelle
comunità più vulnerabili", ha affermato Jeremy Farrar, Direttore
Generale Aggiunto dell'Oms per la promozione della salute, la
prevenzione delle malattie e la cura. Per il Vice Segretario
Generale dell'Omm, Ko Barrett, "la protezione dei lavoratori dal
caldo estremo non è solo un imperativo sanitario, ma una
necessità economica". Secondo lo studio, la produttività dei
lavoratori diminuisce del 2-3% per ogni grado superiore a 20 °C
e l'aumento degli episodi di calore sta già causando problemi di
salute alle popolazioni vulnerabili dei Paesi in via di
sviluppo, come bambini, anziani e popolazioni a basso reddito.
Il rapporto integra i risultati dei recenti rapporti
dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), che
evidenziano che oltre 2,4 miliardi di lavoratori sono esposti a
temperature eccessive a livello globale, con conseguenti 22,85
milioni infortuni sul lavoro l'anno. I rischi per la salute
includono colpi di calore, disidratazione, disfunzioni renali e
disturbi neurologici, "tutti fattori che compromettono la salute
e la sicurezza economica a lungo termine". Inoltre, la frequenza
e l'intensità degli eventi da stress termico sono aumentate
drasticamente, incrementando i rischi sia per i lavoratori che
lavorano all'aperto sia per quelli che lavorano al chiuso. Per
affrontare queste sfide, il rapporto richiede l'attuazione di
piani d'azione. Le linee guida delineano un percorso per
governi, datori di lavoro e autorità sanitarie, con piani
personalizzati per settori e regioni e da sviluppare in
collaborazione tra datori di lavoro, lavoratori, sindacati ed
esperti di salute pubblica. con particolare attenzione ai
lavoratori di mezza età e anziani, alle persone con patologie
croniche e a coloro che hanno una fragile forma fisica. (ANSA).
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