L’ANNUNCIO
PizzAut, prossima fermata: Varese
Nico Acampora: persone con autismo al lavoro sul food-truck
«Una sera mi sono svegliato e, dopo aver visto mio figlio Leo, che soffre di una forma di autismo severo, fare la pizza con la mamma, dissi a mia moglie Stefania: “Dobbiamo aprire un ristorante gestito da persone autistiche”. Mia moglie mi rispose così: “Uno, dormi, perché io mi sveglio alle 5 e mezza e devo andare in ospedale; due, tu non sai cucinare”. Il progetto PizzAut è partito così. Da poche (in)certezze...». Nico Acampora, 53 anni, napoletano di Cernusco sul Naviglio, sprigiona un entusiasmo contagioso. Un vulcano di idee che con i suoi due ristoranti, a Cassina De’ Pecchi e a Monza, è riuscito nell’impresa di dare lavoro a 41 ragazzi autistici, tutti regolarmente assunti. Sì, a raccogliere le comande, a cucinare la pizza e fare gli spritz per la clientela neurotipica (i normali si chiamano così...) ci sono solo ed esclusivamente giovani autistici.
«Un’altra economia»
Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno speso parole importanti per PizzAut, un’esperienza da basso premiata dall’Onu come dal Parlamento Europeo. Che cosa ha detto Sua Santità? «Esiste un’economia di scarto e l’economia che scarta gli uomini. Voi state dimostrando che un’altra economia è possibile». Mattarella, presente di persona all’inaugurazione del ristorante monzese nell’aprile dell’anno scorso, ha citato PizzAut nel messaggio di fine anno: «Nei sorrisi e nel lavoro di quei ragazzi ho ritrovato i valori della Costituzione. Sono un gruppo di sognatori che cambiano la realtà». Quando ha sentito in tv quelle parole Acampora è quasi svenuto. Per altro, proprio Mattarella l’ha nominato Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. Un riconoscimento che l’educatore ha voluto dedicare a quella neuropsichiatra che liquidò così l’intuizione PizzAut: «Lei è il solito padre frustrato che non si arrende alla disabilità di suo figlio e si inventa progetti irrealizzabili che danno finte speranze ad altre famiglie». Per la cronaca, questo è l’unico ristorante in Europa completamente gestito da persone autistiche.
Lavora solo l’1,7%
A proposito di Europa sono qualcosa come 7 milioni gli autistici, di cui 600mila in Italia. «Il fatto è che nel nostro Paese solo l’1,7% degli autistici lavora», riflette Acampora. «Pensate che la Lombardia incassa 81 milioni di euro di multe da parte delle aziende che preferiscono pagare la sanzione piuttosto che assumere un disabile. Con quella somma sai cosa potrei fare?». Già, perché il patron di PizzAut non si ferma mai: «Tutti ci chiedono di duplicare i ristoranti, ma duplicare i ristoranti è molto complesso, sia in termini di investimenti economici sia in termini di investimenti umani e di tempo. Allora, la nostra idea è quella invece di duplicare i nostri PizzAutobus. Al momento abbiamo già due food truck e li abbiamo utilizzati tantissimo durante la pandemia quando i ristoranti erano chiusi. Ora, però, vogliamo fare un salto di qualità...».
Food-truck in dono
L’idea è di far “girare” in Lombardia entro la fine del 2025 ben 15 food-truck in grado di servire pizze gourmAut: uno per ogni capoluogo di provincia, Varese incluso, più quattro a Milano: «Se consideri che su ogni furgone possono lavorare cinque persone autistiche, significa che potenzialmente potremmo dare lavoro ad altri 75 ragazzi autistici», spiega Acampora.
«L’idea è semplice: un partner acquista il food truck (costano poco più di 100mila euro, ndr), che poi dona a PizzAut Onlus. Noi, dopo averlo allestito, lo diamo a nostra volta in gestione all’associazione che abbiamo selezionato e formato in ogni singola provincia. Quello che chiediamo alle associazioni è di assumere le persone autistiche che lavoreranno su questi food-truck al termine di un percorso di formazione di cui ci occuperemo invece noi. Naturalmente ci sarà una centrale d’acquisto unica, quindi tutti faranno gli acquisti nella centrale di PizzAut in modo che tutte le pizze siano uguali. Una volta sperimentato e messo bene a terra il sistema lombardo, mi piacerebbe replicare la cosa in tutta Italia. Complessivamente potremmo mettere in strada 107 food truck, uno per ogni provincia italiana, il che vorrebbe dire 500 posti di lavoro in più per persone autistiche». Acampora si sta dando un gran daffare per trovare partner-finanziatori per i PizzAutobus.
Cercansi partner
Alcuni nomi altisonanti - da Autogrill a Rovagnati - hanno già aderito. A Varese PizzAut è in contatto stretto con The European House - Ambrosetti: «L’ad Valerio De Molli si è innamorato di questo progetto e ci sta dando una grande mano anche a interfacciarci con aziende del territorio che possono sostenere PizzAut o ad assumere persone autistiche. Thea Group sta dimostrando una sensibilità importante, per la quale li ringrazio dal profondo del cuore».
Allo scopo, il prossimo 8 novembre proprio Thea organizzerà a Varese un evento per presentare il progetto e sostenere la realizzazione del primo food-truck PizzAut nella Città Giardino. Ce la farà? Nino Acampora è abituato ad affrontare mille difficoltà: «Quando ho iniziato nessun ci credeva. La gente mi scriveva: “Lei è più handicappato dei suoi ragazzi se pensa di riuscirci”». Quel che fanno ogni giorno Matteone, Letizia, Cristian, Edo, Beatrice e Alessandro e Cristian tra i tavoli del ristorante di Monza ci racconta che, mutuando uno slogan caro a PizzAut, non bisogna mai calpestare i sogni. Semmai nutrirli.
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