BELGRADO
Proteste in Serbia, scontri e violenze a Belgrado e altre città

(ANSA) - BELGRADO, 14 AGO - Alta tensione in serata a
Belgrado e altre città della Serbia, dove il movimento degli
studenti in agitazione ha inscenato in contemporanea nuove,
massicce proteste antigovernative, con violenze e incidenti di
piazza che hanno causato il ferimento di numerosi poliziotti.
Il ministro dell'interno Ivica Dacic, stigmatizzando il
comportamento violento e aggressivo dei manifestanti, ha parlato
di almeno 15 agenti feriti, alcuni in condizioni serie. Nella
capitale Belgrado, a Novi Sad, Cacak, Kraljevo e altre località
i dimostranti hanno attaccato le forze di polizia
bersangliandole con fitti lanci di sassi, bottiglie, uova,
sacchetti di spazzatura e altri oggetti. Gli agenti, ha detto
Dacic, sono intervenuti in molti casi a difesa di sedi del
partito di governo Sns assediate dai dimostranti, e a difesa
delle quali si sono schierati miltanti del partito, aggrediti a
loro volta da gruppi di facinorosi. Tentativi di irruzione nelle
sedi di partito sono stati respinti dalla polizia intervenuta in
assetto antisommosa, con cordoni a separare le opposte fazioni.
A Belgrado un corteo di studenti ha raggiunto il Parco
Pionirski, difronte al parlamento, dove dallo scorso marzo sono
accampati gruppi di studenti contrari al movimento di protesta e
che chiedono da tempo di poter tornare nelle facoltà
universitarie occupate e riprendere i regolari corsi di studio.
In tarda serata è intervenuto il presidente Aleksandar Vucic
che, con messaggi sui social, ha lanciato appelli alla calma e a
porre fine a violenze gratuite e del tutto ingiustificate contro
le forze di polizia.
Già ieri sera vi erano stati scontri e incidenti a Vrbas e
Backa Palanka con il ferimento di quattro agenti. La nuova
fiammata di proteste antigoverntive e violenze si è registrata
dopo un periodo di relativa calma da parte del movimento degli
studenti che, appoggiati da larghe fasce della popolazione e da
parte dell'opposizione, contestano presidente e governo della
Serbia sin dallo scorso novembre, dopo la morte di 16 persone
nel crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad causata, a
loro avviso, da incuria e scarsi controlli direttamente legati
alla corruzione dilagante nel Paese. Per questo dalla scorsa
primavera gli studenti chiedono giustizia per le vittime e
elezioni anticipate. (ANSA).
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