RIVOLUZIONE
«Rapide E», Aston Martin elettrica (con maggiordomo)

A scorrere il listino della Aston Martin, le ultime parole a venire in mente sarebbero «understatement», ed efficienza: con quattro modelli esclusivi equipaggiati con possenti V8 ed esagitati V12 da 510 a 725 CV e percorrenze ufficiali quasi mai superiori ai 10 km/l (per non parlare dei dati reali su strada), difficilmente si potrebbero collocare le vetture di Gaydon tra le più virtuose.
Tuttavia, i tempi cambiano e anche i miti – compreso quello delle supercar di James Bond – si adeguano a un futuro, per dirla con il Ceo del marchio Andy Palmer, «ecologicamente responsabile e sostenibile. Un futuro che non possiamo permetterci di aspettare passivamente ma che dobbiamo inseguire attivamente». Ebbene, per la Casa inglese guidata dal fondo Investindustrial dell'italiano Andrea Bonomi l’inseguimento è finito: sotto i riflettori del Salone di Shanghai, ha debuttato la prima Aston totalmente elettrica, la Rapide E.
Basata sull’ammiraglia a 4 porte e 4 posti da oltre 5 metri, la «E» non rivela platealmente la sua anima verde: l’armoniosa silhouette con il cofano lungo e l’abitacolo arretrato è identica a quella della versione termica e le muscolose sagome dei passaruota, collegate tra loro da un’ondulata linea di cintura, segnano ancora la fiancata. Le differenze sono da intenditori, come la griglia a nido d’ape sulla «bocca» anteriore, che sostituisce le tradizionali alette metalliche e riduce l’afflusso d’aria verso il motore (visto il ridotto bisogno di raffreddamento dell’unità elettrica). O il fondo piatto, che collega lo spoiler anteriore al nuovo estrattore posteriore maggiorato, o le ruote forgiate in alluminio da 21” che, d’intesa con gli pneumatici Pirelli P-Zero a bassa resistenza, migliorano l’efficienza aerodinamica della vettura, aumentata complessivamente dell’8%.
All’ottimizzazione dei pesi concorrono, invece, i materiali degli interni, dove la fibra di carbonio è stata utilizzata per migliorare le performance sulla bilancia e ogni indicatore analogico è stato sostituito da un corrispettivo digitale. Davanti al guidatore si stende uno schermo da 10” sul quale scorrono tutte le informazioni utili, dall’autonomia residua al consumo in «real time», ma la Rapide E è in grado di dialogare anche con gli smartphone con un’app dedicata che funge da vero maggiordomo (ricorda dove l’auto è parcheggiata, suggerisce i percorsi migliori in funzione della carica, aggiorna sullo stato di salute dell’auto e molto altro). Per lo sviluppo della sua prima elettrica, alla Aston Martin non hanno voluto rischiare. Perciò, la parte tecnica è stata sviluppata in collaborazione con il reparto di ingegneria avanzata della Williams. Il risultato è ragguardevole, visto che i due motori montati sulle ruote posteriori sviluppano una potenza combinata di 610 CV (50 in più del V12 da 6 litri) e una coppia istantanea di 950 Nm (contro i 630 a 5.500 giri della variante termica). A dare loro energia provvede una batteria da 65 kWh, composta da oltre 5600 celle agli ioni di litio e ingabbiata da un involucro in fibra di carbonio e Kevlar, che occupa lo spazio originariamente destinato al motore a benzina, al cambio e al serbatoio da 90 litri. Grazie alla tensione di 800 volt, l’accumulatore, compatibile con colonnine da oltre 100 kW, ha prestazioni di ricarica superiori e assicura percorrenze fino a 322 km nel ciclo WLTP, senza rinunciare alle emozioni. La Rapide E raggiunge infatti i 250 orari, scatta da 0 a 100 in 4,2”, garantisce riprese fulminee e dispone di tre modalità di guida: GT, Sport e Sport +.Prevista in soli 155 esemplari, la «E» ha un prezzo disponibile solo su richiesta.
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