NAPOLI
Suicidio assistito negato, malata di Sla ricorre ai giudici

(ANSA) - NAPOLI, 05 AGO - "Ho il diritto di non essere
condannata a soffrire": a parlare è una donna campana di 44 anni
ed affetta da sclerosi laterale amiotrofica che dopo avere
ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio
medicalmente assistito si è rivolta ai giudici. A rendere nota
la sua storia è l'associazione Luca Coscioni che sottolinea
trattarsi della "terza richiesta in regione".
La 44enne, che ha scelto di farsi chiamare con un nome di
fantasia, Coletta, per garantirsi, al momento, l'anonimato, si
definisce "una cittadina consapevole, lucida e determinata"
incapace di accettare che la sua volontà "venga schiacciata da
valutazioni che sembrano ignorare non solo il mio stato di
salute, ma anche il diritto a non essere condannata a una
sofferenza che non ha più alcun senso per me. Se in Italia non
posso accedere a una scelta legalmente garantita, sto valutando
di affrontare l'unica alternativa praticabile: l'espatrio per
morire dignitosamente in Svizzera".
La segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni,
l'avvocato Filomena Gallo, legale di Coletta, definisce
"sconcertante e inumano" il fatto che l'ASL abbia negato la
morte assistita a Coletta, "in pieno contrasto le sentenze della
Corte costituzionale". Marco Cappato, tesoriere
dell'associazione, ricorda: "In Campania la nostra proposta di
legge regionale depositata da oltre un anno non è mai stata
discussa dall'aula. Lo scorso marzo, fu lo stesso presidente
Vincenzo De Luca a bloccare la legge dichiarando la necessità di
aprire un ciclo di consultazioni, a partire dalla Conferenza
episcopale. Nessuna consultazione è stato effettivamente
organizzata, e la mossa ostruzionistica del Presidente De Luca e
della sua maggioranza ha avuto l'effetto di negare tempi e
modalità certi di risposta".
Lo scorso giugno la donna si è opposta al diniego dell'Asl e
chiesto una rivalutazione urgente delle sue condizioni e la
trasmissione del parere del comitato etico. L'azienda sanitaria
- informa una nota dell'associazione - non ha però dato seguito
alle richieste, pertanto la donna ha presentato un ricorso
d'urgenza al tribunale di Napoli. (ANSA).
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