IL CASO
Tempi biblici per rimborsare biglietti aerei: «È una violazione delle norme Ue»
Un’attesa di otto anni a Busto Arsizio scatena il dibattito: per la normativa europea il risarcimento dovrebbe essere automatico

«Violano le normative europee» è questa la denuncia attorno agli assurdi tempi biblici necessari per ottenere il rimborso di un volo in ritardo o cancellato. Da tempo si parla di queste attese, in particolare eclatante era stato il caso degli uffici giudiziari di Busto Arsizio, dove l’udienza per una causa relativa ad un volo effettuato nel 2022 è stata fissata al 2030. Ben otto anni dopo. A puntualizzare l’aspetto giuridico dietro la vicenda è “RimborsoAlVolo”, società specializzata in trasporto aereo: queste attese violano il regolamento europeo.
IL CASO BUSTOCCO
Il caso di Busto Arsizio riguarda quattro passeggeri del volo Londra-Marrakech del luglio 2022 operato da Eeasyjet e un passeggero del volo Milano-Alicante di ottobre 2022: per i primi quattro un costo di 400 euro ciascuno per un totale di 1.600 euro e 250 euro per il volo “spagnolo”, operato da Ryanair. Tutti i cinque passeggeri erano giunti a destinazione con oltre 3 ore di ritardo rispetto all’orario previsto e avrebbero dovuto ricevere il rimborso da 250 euro ciascuno (come da normativa), che gli è stato però negato dalle due compagnie aeree. Dopo il rifiuto, hanno promosso una azione giudiziaria attraverso RimborsoAlVolo dinanzi al Giudice di pace di Busto Arsizio, scelto perchè territorialmente competente per le vertenze che interessano le due tratte. Con un provvedimento emesso pochi giorni fa la discussione delle due cause è stata fissata al 15 febbraio 2030.
LA NORMATIVA
I risarcimenti dovrebbero essere automatici: a stabilirlo è il Regolamento Ce 261/2004 che istituisce regole comuni per la compensazione e l’assistenza ai passeggeri in caso di imbarco negato, cancellazione del volo o ritardo. Cosa stabiliscono queste norme? I passeggeri che raggiungono la destinazione finale con un ritardo all’arrivo pari o superiore alle 3 ore rispetto all’orario di arrivo pubblicato, hanno diritto alla compensazione in denaro, a seconda della tratta percorsa: 250 euro per distanze inferiori o pari a 1500 km, 400 euro per distanze comprese tra 1500 e 3500 km, 600 euro per distanze superiori ai 3500 km.
“RimborsoAlVolo” sottolinea che la normativa vuole che l’indennizzo venga riconosciuto automaticamente dalle compagnie aeree, e se questo non avviene, il passeggero può agire in giudizio per ottenere quanto previsto dalle norme comunitarie. Ed è ciò che hanno fatto quei viaggiatori che nel 2022 hanno subito ritardi superiori alle 3 ore e si sono rivolti alla società per ottenere il risarcimento, ma che dovranno aspettare il 2030 per vedersi riconosciuto il proprio diritto.
LA DENUNCIA
«Siamo in presenza di una palese violazione delle norme che prevedono una ragionevole durata dei processi - afferma Giuseppe Conversano, ceo di “RimborsoAlVolo” -. Una lentezza della nostra giustizia ancor più inaccettabile se si considera non solo la semplicità della causa, con il giudice che deve limitarsi ad accertare se il volo è arrivato o meno a destinazione in ritardo, ma anche il fatto che la normativa comunitaria stabilisce come gli indennizzi spettanti ai viaggatori debbano essere automatici».
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