Una casa per iniziare una vita nuova, lasciando fuori il passato
Aler mette a disposizione delle vittime di violenza 7 appartamenti nelle province di Varese, Como e Monza Brianza

Le chiave sono state consegnate ieri, in sacchettini rossi, con un biglietto con scritto <una nuova casa, un nuovo inizio, nuovi ricordi>. Sono le chiavi che aprono i sette appartamenti Aler, situati nelle province di Varese, Como e Monza Brianza, che saranno presto abitati da altrettante donne vittime di violenza con i rispettivi figli. Un’iniziativa che Aler ha messo in campo con Regione Lombardia, portando a 64 il numero di appartamenti disponibili sul territorio lombardo per le donne che, fuggite dai loro aguzzini, sono uscite dal periodo critico della prima emergenza e, per tanto, sono pronte per ricostruire la loro vita.
Ieri – nella sede Aler di Varese, in via Monte Rosa – le chiavi sono state messe nelle mani di cinque associazioni di riferimento sul territorio: Eos Centro Ascolto Donna Varese, Telefono Donna di Como, Associazione Rete Rosa di Saronno, Società cooperativa Sociale L’una e le Altre di Varee e Ca.Do.M di Monza e Brianza.
Gli appartamenti – sulla base di una convenzione - saranno a costo zero per le donne vittime di soprusi. La Regione sosterrà il canone di locazione, mentre Aler si impegna a consegnare le unità immobiliari in buono stato, munite delle certificazioni di conformità e dell’attestato di prestazione energetica. Sono a carico dell’assegnatario – e quindi delle associazioni – gli arredi e le utenze.
Secondo l’ISTAT, la violenza sulle donne resta una delle emergenze sociali più gravi in Italia. Nel 2023 si sono verificati 121 femminicidi, di cui l’87% avvenuti in ambito familiare. Anche sul nostro territorio il fenomeno preoccupa. I dati presentati da Eos all’Istat mostrano che nel 2024 sono state 193 le donne che si sono rivolte agli sportelli di Varese e Arcisate dell’associazione, il 30 per cento in più del 2023, il 46 per cento delle quali maltrattate dal marito e il 35 per cento dall’ex marito. Tra le vittime, tante sono coloro che non hanno indipendenza economica. Per queste donne, avere prima un alloggio, e poi un lavoro, diventa fondamentale per riscostruire la propria vita.
è il commento del presidente della Regione Attilio Fontana, che ha sottolineato come la collaborazione tra assessorati, Aler, Ats, forze dell’ordine, Cav e Comuni abbia portato ad .
Le prime donne sono già pronte a trasferirsi nelle nuove case. Ad esempio, a Varese un’abitazione sarà assegnata ad una donna proveniente da un Paese in cui i diritti civili sono negati, che ha sposato un Italiano credendo di costruire insieme una famiglia felice, e che invece si è trovata in un’altra spirale di umiliazione e violenza. Una donna che però non ha mai rinunciato a credere in un futuro migliore e trovato il coraggio di denunciare il maltrattante separandosi da lui. Contemporaneamente ha imparato l’italiano e si è messa in gioco nel lavoro. Per lei, come per altre donne con una storia simile, quelle chiavi contenute nei sacchettini rossi rappresentano una speranza concreta di riscatto. Un nuovo inizio.
Alla conferenza stampa sono intervenuti gli assessori regionali Paolo Franco (casa e housing sociale), Francesca Caruso (cultura) e Alessandro Fermi (ricerca e innovazione). Presente anche Emanuele Monti, consigliere regionale e presidente IX commissione.
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