LE INTERAZIONI
Uomo e orso, una convivenza possibile
La storia di interazione tra uomo e orso si perde nelle remote lande pleistoceniche (il Paleolitico medio e superiore), che videro muovere i primi passi alla nostra specie e a “Homo neanderthalensis”. Specie che si trovavano già fianco a fianco con l’allora orso del tempo, ossia l’orso delle caverne (“Ursus spelaeus”), estinto circa 25 mila anni fa. Un vero e proprio orso da record, i cui maschi raggiungevano l’invidiabile peso di 900-1000 kg per una altezza, in posizione eretta, sino a 3,5 metri. Orsi decisamente più imponenti degli attuali orsi grizzly e kodiak, tra i moderni orsi bruni i più “prestanti” in termini dimensionali.
LE TESTIMONIANZE
Cosa ci induce a pensare che il rapporto uomo-orso dell’epoca fosse qualcosa che andasse al di là della semplice interazione preda-predatore? Che l’orso non fosse un animale “indifferente” all’uomo ce lo raccontano i graffiti e le opere di arte parietale. Chiara testimonianza di una considerazione, di un’importanza attribuita a questa specie non trascurabile. Nel Paleolitico, infatti, gli orsi erano certamente una minaccia per l’uomo, ma anche una risorsa importante di approvvigionamento per la carne, le pellicce e le ossa da utilizzare come strumenti. Possiamo quindi immaginarci che l’uomo preistorico conoscesse molto bene il comportamento di questi animali. E proprio la profonda conoscenza delle abitudini di questi plantigradi permetteva ai nostri antichi progenitori, e ancor prima ai Neanderthal, di attuare e perfezionare efficaci strategie di caccia.
LA RAFFIGURAZIONE DELL’ORSO
È talmente ricorrente la raffigurazione dell’orso nella preistoria da farci ipotizzare che la specie assumesse una vera e propria funzione totemica. Vi sono esempi in Francia nelle grotte di Chauvet, Lascaux e Regourdou, in quest’ultima sono stati anche rinvenute sepolture congiunte tra uomo e orso. Non trascurabile nemmeno il numero di statuette di argilla raffiguranti gli orsi, probabili rappresentazioni sciamaniche. Tutti questi indizi hanno fatto supporre che potesse esistere una sorta di “culto dell’orso”. La simbologia ruotante intorno alla figura ursina non è certamente svanita, nemmeno attualmente. L’orso è uno dei principali protagonisti nel variegato mondo dei “peluche”, accompagna i sonni dei nostri bimbi, è ispiratore di giochi e ha anche acquisito il rango di “star” attraverso Teddy Bear o Winnie the Pooh.
UNA CONVIVENZA POSSIBILE
Con queste storie pregresse di interazioni durate millenni, è possibile ai giorni nostri, tanto più carichi di conoscenze, traboccanti di genialità e tecnologie innovative, proiettati in una dimensione di sempre maggior rispetto per l’ambiente e la natura, fermarsi esclusivamente ad una semplicistica quanto ahimè banale scelta dicotomica: teniamo l’orso/rimuoviamo l’orso? La convivenza tra uomo e orso, e più in generale grandi carnivori, non è una utopia. Non è nemmeno a “costo zero”, ovvero dobbiamo avere la capacità di investire in questa direzione, non tanto economicamente quanto piuttosto con un forte “rivoluzione” culturale. La compatibilizzazione può tranquillamente essere raggiunta attraverso una serie di strategie e misure di gestione attiva, che si basino sul concetto di coesistenza e, in particolare, sulla prevenzione dei conflitti. Occorre informare e sensibilizzare adeguatamente la popolazione sul comportamento dell’orso, e su come comportarsi nelle aree di presenza della specie. Non dobbiamo nemmeno per un istante derogare all’idea di mantenere attivo un efficace monitoraggio della popolazione che ci porti a conoscere il numero, la distribuzione e ad identificare immediatamente eventuali atteggiamenti anomali degli orsi, nell’ottica di avere tutti gli elementi per prevenire i conflitti.
UN EQUILIBRIO SOSTENIBILE
E nell’ambito della gestione dei conflitti è importante intervenire sempre in modo rapido ed efficace, non escludendo, tra gli interventi possibili, l’opportunità di rimuovere un orso problematico dalla popolazione. Questo garantirà, a discapito di un solo esemplare, la conservazione a lungo termine di tutta la popolazione, finalità che passa anche attraverso l’accettazione da parte della popolazione. In generale, la convivenza tra uomo e orso richiede un approccio integrato e collaborativo, che coinvolga le autorità locali, gli esperti di gestione della fauna, i rappresentanti delle comunità locali e della società civile. Solo attraverso un impegno condiviso e continuo è possibile raggiungere un equilibrio sostenibile tra l’uomo e la natura, un importante banco di prova che diverrà una sfida fondamentale per il prossimo futuro.
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