LA FUNZIONE
Prima messa in Basilica per don Gabriele Gioia
«Voglio entrare in una relazione di familiarità con voi», ha detto il nuovo prevosto della città. L’ingresso solenne sarà l’8 dicembre
«Oggi, non sia solo l’inizio di un servizio, di un ministero. Voglio entrare in una relazione di familiarità con voi, per vivere insieme l’esperienza di essere discepoli di Gesù, amati e desiderosi di amarlo». In questo sentimento, espresso all’omelia pronunciata questa mattina, domenica 8 settembre, nel corso della messa solenne celebrata nella basilica di San Vittore in occasione dell’apertura del Settenario dell’Addolorata, è possibile già delineare quale sarà lo stile pastorale del nuovo prevosto della città, monsignor Gabriele Gioia.
Anche se la presa di possesso delle quattro parrocchie, Basilica, Bosto, Brunella e Casbeno, e l’ingresso solenne sono previsti nel pomeriggio di domenica 8 dicembre, la celebrazione eucaristica odierna ha segnato l’esordio del sessantatreenne sacerdote originario di Valmadrera alla guida della comunità pastorale “Sant’Antonio abate”. Un debutto, in una grigia giornata d’inizio autunno, penalizzato da una collocazione nel calendario liturgico non ideale. Il nuovo prevosto, infatti, si è presentato alla comunità varesina indossando solo la croce pettorale e sprovvisto di mitra e ferula in una basilica dove non era presente nessun rappresentante delle istituzioni cittadine. A molti, in basilica, è risultata incomprensibile, considerata la favorevole coincidenza odierna con uno degli appuntamenti più significativi della devozione mariana della Chiesa varesina, la programmazione della cerimonia ufficiale di accoglienza di monsignor Gioia a tre mesi dall’investitura dell’arcivescovo, monsignor Mario Delpini.
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