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Zio Vanja tra conversazioni e vicende sulla vita
Uno dei capolavori del teatro cechoviano al Teatro Litta di Milano fino al 23 marzo

Uno dei capolavori del teatro cechoviano, in cui si intrecciano temi ricorrenti nelle opere maggiori di Cechov, nella traduzione e adattamento di Fausto Malcovati e da un’idea di Antonio Syxty che ne cura anche la regia con Claudio Orlandini, è al Teatro Litta di Milano fino al 23 marzo. Zio Vanja (scene di vita), con il sottotitolo che trasforma in “vita” il termine “campagna” che è nel sottotitolo originale, si rivela come un progetto fuori dalle convenzioni, nato dall’osservazione diretta da parte di Syxty della «vita di alcuni attori che conosco da anni, ma che sono, di fatto e da molti anni, insegnanti di teatro per le nuove generazioni e per chi vorrebbe fare del teatro un percorso di vita o di professione. Queste persone sono gli insegnanti di una scuola che esiste a Milano da 50 anni: Grock Scuola di Teatro». Un testo, quello di Cechov, scritto nel 1897 e che tocca tematiche che vanno dall’amarezza delle illusioni a riflessioni sul senso della vita e sulle trasformazioni sociali, alla solitudine rassegnata. In un intreccio tra conversazioni e vicende all’apparenza banali, si diffondono atmosfere inquietanti che racchiudono un senso di catastrofe incombente.
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