L’INDAGINE
Adilma voleva morta anche la madre di Fabio
Delitto Ravasio: Trifone racconta tutto
Marcello Trifone scarica Adilma Pereira Carneiro. Troppi tradimenti, sospettati ma confermati dopo l’arresto per l’omicidio di Fabio Ravasio, il cinquantunenne chiederà la separazione. Ieri mattina è stato interrogato ancora dal pubblico ministero Ciro Caramore e dall’ispettore Antonello Ciriaci della sezione pg e ha dato un quadro completo della progettazione e dell’esecuzione del delitto.
Magia nera contro Trentarossi
«Far fuori Fabio», questo l’ordine della sacerdotessa umbanda, che a dispetto delle sue dichiarazioni i riti li faceva eccome. Lo ha raccontato Trifone; l’orixà di Adilma è Ogun, santo della guerra e delle armi. A lui la brasiliana si rivolgeva per propiziare la morte di Annamaria Trentarossi, madre di Fabio. «Sperava che non sopravvivesse al lutto del figlio, che morisse di crepacuore. E se non fosse morta sarebbe stato necessario sopprimerla. Era convinta di poter poi manipolare il padre di Fabio». L’idea di eliminare Ravasio e l’anziana madre le sarebbe venuta già anni prima, il 9 agosto Adilma e la sua banda passarono all’azione sulla provinciale 149. Ravasio, in bicicletta di ritorno da Magenta, fu investito dalla Opel Corsa di Adilma, guidata dal figlio Igor con Trifone al suo fianco, «perché non si fidava molto di me». Igor indossò una parrucca nera dalle lunghe e lisce chiome, si vestì di bianco e calzò i guanti. Questo spiega la testimonianza di una passante che vide una donna nell’abitacolo. Trifone ha poi confermato il coinvolgimento degli altri complici, soprattutto quello dell’amante di Adilma, Massimo Ferretti e del meccanico Fabio Oliva.
Servizio completo sulla Prealpina in edicola mercoledì 25 settembre
© Riproduzione Riservata