L’INDAGINE
Parabiago, Adilma: «Sono innocente»
Delitto Ravasio: interrogata la la donna brasiliana accusata di omicidio. «Io e Fabio andavamo d’accordo»
«Non ho ucciso Fabio Ravasio, non ho mai detto di volerlo uccidere. Chiedete agli altri perché mi diano la colpa. Ha fatto tutto Ferretti». L’interrogatorio di Adilma Pereira Carneiro è iniziato poco dopo le 14 di ieri, lunedì 7 ottobre, ed è proseguito quasi fino alle 19. È stato un confronto serrato quello con il pubblico ministero Ciro Caramore, la quarantanovenne ha ribattuto a ogni contestazione con lucida sfrontatezza.
TUTTI CONTRO FERRETTI
Come era ormai prevedibile ha scaricato ogni responsabilità sul barista Massimo Ferretti, l’amante che ora la brasiliana rinnega: «Abbiamo avuto un solo rapporto ma lui era ossessionato da me, voleva uccidere Ravasio da tempo e aveva cercato un sicario». In linea con quanto ha cercato di sostenere il figlio Igor: interrogato settimana scorsa in procura ha esordito dichiarando l’estraneità della mamma nell’omicidio e attribuendo l’iniziativa al barista. «È stato plagiato da Ferretti, che ha approfittato di un periodo in cui io e Igor non andavamo d’accordo».
E Marcello Trifone? Anagraficamente sposato con Adilma, padre biologico dei suoi ultimi due gemelli, un’eredità di milioni, tra soldi e immobili, rimasto senza un euro e senza un tetto. «Lui non capisce niente, non sarebbe stato in grado di comprendere cosa volesse fare Ferretti. Si è trovato in mezzo senza sapere cosa stessero facendo. Quello che ha detto gli è stato imboccato di sicuro da qualcuno, non sono parole sue». Eppure Trifone, che è difeso dall’avvocato Andrea Toscani, intende chiedere la separazione.
MICHELE IL FANTASMA
Gli inquirenti hanno concentrato l’attenzione sulla morte di Michele Della Malva, pregiudicato, marito di Adilma e padre di tre dei suoi gemelli. Era in permesso premio il giorno in cui venne stroncato da overdose spacciata per infarto. Non c’è chi non sospetti che nel decesso ci sia lo zampino della vedova.
Il medico legale aveva trovato cocaina nello stomaco e pezzetti di plastica sottile, non certo adatta a impermeabilizzare la sostanza dall’aggressione dei succhi gastrici. Da escludere l’ipotesi che volesse portare droga in carcere perché sarebbe rimasto in libertà per altri due giorni. «Non l’ho ucciso e non vedo perché dovrei accollarmi una cosa che non ho fatto», è stata la risposta secca dell’indagata, che è difesa dall’avvocato Edoardo Lorenzo Rossi.
Michele Della Malva nel 2011 stava scontando ventinove anni di galera per gli omicidi di Giovanni De Lucia e Luigi Donato, delitti maturati nell’ambito dello spaccio a Quarto Oggiaro. Aveva conosciuto Adilma a Opera (la brasiliana era dentro per traffico di stupefacenti) e si sposarono nel 2006. Presero casa a Mesero ma negli ultimi tempi i rapporti non erano sereni, anzi, Adilma lo ricacciò a Quarto Oggiaro. L’ultima mattinata della sua vita la trascorse nell’appartamento della moglie. L’anziana madre fino a poche settimane fa credeva fosse stato ucciso da un arresto cardiaco. Quando gli investigatori le hanno letto il referto dell’autopsia la donna è scoppiata in lacrime.
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