LA SENTENZA
Autista di bus aggredito: condannata intera famiglia
A Bardello genitori e figlia contro il dipendente di Autolinee Varesine. Confermato in appello il verdetto del Tribunale di Varese

Un’intera famiglia di Besozzo - madre, padre e figlia - condannata per aver aggredito un autista di Autolinee Varesine. Nello specifico, la donna, cinquantenne di origine centroamericana, è stata condannata a 10 mesi di reclusione con la condizionale per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, mentre il marito, 47 anni, e la figlia della coppia, 24 anni, sono stati entrambi puniti con sette mesi (sempre con pena sospesa).
La giovane, tramite il suo legale, aveva impugnato la sentenza del giudice del Tribunale di Varese Marcello Buffa, ma l’impugnazione non ha prodotto gli effetti sperati. Nel senso che la terza Corte d’Appello di Milano ha optato per la conferma del verdetto di primo grado.
All’origine dell’aggressione, andata in scena negli uffici della società del trasporto pubblico locale di Bardello nell’aprile del 2019, una discussione avvenuta sul bus proprio tra la ragazza e l’autista. Salita alla fermata di Besozzo, la giovane era andata a sedersi in fondo al bus senza esibire il biglietto richiesto dal conducente. Ne era nato una primo battibecco, anche se poi la ragazza aveva pagato il ticket; nel farlo aveva però accusato l’autista di averle fatto pagare un prezzo ingiustamente maggiorato.
Così la discussione, sempre più accesa, era proseguita fino alla fermata di Gavirate. Qui, mentre la passeggera era scesa, riservando ancora altri improperi all’indirizzo dell’autista, quest’ultimo, dopo aveva smontato e fatto concludere la corsa a un collega, era andato in deposito. Una volta arrivato, era stato avvisato che i genitori della ragazza, descritti come a dir poco alterati, stavano recandosi in loco per “dargli una lezione”.
La più arrabbiata? Indubbiamente la mamma della giovane, anche perché accusava il conducente di aver fatto oggetto la figlia di insulti a sfondo razziale. La donna si era subito scagliata contro di lui. Prima lo aveva colpito ripetutamente alla testa col cellulare; poi, una volta finito a terra, gli era salita sopra con un ginocchio e aveva tentato di strangolarlo.
Nel frattempo, il marito aveva continuato a tirarlo per le gambe e la ragazza, anche lei tutto fuorché spettatrice, aveva rifilato un calcio sul fianco all’autista, al quale è stata riconosciuta una prognosi di 58 giorni. Ma non basta. Perché nel parapiglia i tre se l’erano presa anche con i due agenti della polizia locale intervenuti sul posto per calmare gli animi.
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