LA BATTAGLIA
Cassinetta, al lavoro per salvarla
Alla Beko l’ipotesi di turni diversi per non chiudere le due linee del freddo

Comunanza e Siena, Siena e Comunanza: sono i due siti produttivi Beko Europe su cui si è concentrato il dialogo tra il ministro dell’industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, i vertici della multinazionale e i sindacati durante l’incontro di giovedì a Roma. E Cassinetta? Neanche una parola è stata pronunciata durante la discussione. Eppure, la mannaia turca degli esuberi potrebbe cadere - lo sappiamo bene - anche qui da noi in provincia, con 541 persone che rischiano il posto di lavoro. E se la- per così dire- dimenticanza, fosse un segnale positivo per il nostro territorio? Come dire: lasciamo un attimo da parte Cassinetta, perché lì l’emergenza è meno grave che altrove.
Il salvagente
Tutto sommato è vero che le prospettive - seppur pesanti - per Cassinetta sono diverse rispetto alla dismissione totale annunciata per Comunanza e Siena. Ma è altrettanto chiaro che non esistono lavoratori di serie A e di serie B: perdere il lavoro è per tutti una prova tremenda, a qualsiasi latitudine si viva. E allora, ragionando e conoscendo il “Dna del fare” che caratterizza questa provincia, prende forma un pensiero preciso: si sta già lavorando per trovare una soluzione concreta per evitare la chiusura delle due linee produttive del freddo annunciate a novembre. Del resto, anche il management della multinazionale turca, a Roma, ha più volte sottolineato la necessità di uscire dal guado in tempi rapidi. Se per uno dei siti produttivi si avesse già una ipotesi su cui lavorare, sarebbe l’ideale. E, a quanto pare, una ipotesi c’è.
Cambio turni
Esiste un modo per non chiudere nessuna delle linee produttive del freddo e, contemporaneamente, ridurre il numero degli esuberi. Si tratta di cambiare i turni di lavoro. Oggi a Cassinetta si lavora su due turni, dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22. Si potrebbe riorganizzare la produzione su un unico turno a giornata, grosso modo dalle 8 alle 17. Con questo accorgimento si potrebbero mantenere tutte le linee produttive del frigoriferi da incasso. Certo, è evidente che non sarebbero cancellati gli esuberi, ma di sicuro sarebbero in quantità inferiore rispetto a quelli annunciati dai turchi di Arcelik a novembre. E potrebbero essere gestiti attraverso l’attivazione della cassa integrazione. È chiaro che si tratta di una ipotesi, ma ha un senso e la sensazione è che, dietro le quinte, la si stia prendendo in seria considerazione.
“Incasso” e Golden Power
C’è un altro elemento che potrebbe giocare a favore di Cassinetta. I vertici Beko hanno ribadito la volontà di puntare sugli elettrodomestici da incasso, sia per il caldo che per il freddo. Cassinetta, per volere di Whirlpool, negli anni era diventata centro europeo per l’incasso. Ma anche per Comunanza e Siena ci sono degli spiragli. Il primo si chiama Golden Power. Quando Urso dice di aver bloccato la chiusura grazie al Golden Power, pare si riferisca a poche righe ben chiare. Sembra che il governo abbia messo nero su bianco la condizione per cui non si possa chiudere una azienda del gruppo per realizzare gli stessi prodotti in un altro stabilimento in Europa. A Comunanza si fanno lavatrici così come nello stabilimento Beko in Romania. Comunanza, se confermate le indiscrezioni sul Golden Power, non si può chiudere. Si capisce allora che lo scoglio più difficile da superare sarà quello di Siena.
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