GJADER
Il governo ci riprova, a Gjader arrivano 40 migranti

(dell'inviato Domenico Palesse)
(ANSA) - GJADER, 10 APR - Il centro migranti di Gjader
somiglia a un gigantesco blocco di cemento immerso nelle
campagne della periferia albanese, tra qualche sparuta fattoria
e un paio di cave. Gli unici rumori sono quelli dei trattori o
dei furgoncini adattati ad autobus di linea che percorrono la
strada dissestata. Sotto un cielo che non promette niente di
buono, un paio di ciclisti si girano istintivamente verso il
grande cancello grigio, attirati dal suono sordo della chiusura,
lo stesso che domani seguirà l'ingresso dei 40 migranti in
arrivo dall'Italia. Lasceranno il Cpr di Brindisi e
imbarcheranno su nave Libra, per quello che potrebbe essere
l'ultimo impiego sotto bandiera italiana dell'imbarcazione che
tra qualche mese passerà nella flotta proprio dell'Albania.
Per la quarta volta, dunque, il governo italiano prova a
trasferire i migranti sull'altra sponda dell'Adriatico.
Stavolta, però, non dovrebbero esserci particolari sorprese
grazie al decreto dello scorso 28 marzo che consente il
trasferimento non più solo dei richiedenti asilo intercettati in
mare, ma anche degli irregolari cui il questore ha consegnato il
decreto di espulsione ed un giudice ha convalidato la permanenza
in un Cpr, proprio come quello albanese. Nella struttura tutto
sembra pronto, anche se non sono ancora chiari i tempi del
trasferimento e la nazionalità dei 40 migranti in arrivo.
"Riscontriamo una grande opacità", sono state le parole di
Francesco Ferri, attivista di ActionAid e membro del tavolo
Asilo e Immigrazione che oggi ha visitato il centro. "Abbiamo
l'impressione che con il cambio di destinatari di questa
struttura - ha sottolineato -, il livello di opacità sia
ulteriormente aumentato, segno di difficoltà da parte del
governo". Dello stesso parere anche la deputata del Pd, Rachele
Scarpa, che ha guidato la delegazione nella visita alla
struttura. "L'indeterminatezza delle informazioni che abbiamo a
disposizione è completa - ha detto -. Non sappiamo quando queste
persone arriveranno, da quale Cpr provengono o di che
nazionalità sono. L'unica cosa che siamo riusciti ad acquisire è
che si tratta di 40 persone, come annunciato dallo stesso
Piantedosi. C'è un clima di mancata trasparenza che dovrebbe far
riflettere".
Dall'altro lato dell'Adriatico arriva anche l'eco delle
conclusioni della Corte di giustizia europea sul protocollo
Italia-Albania pubblicate proprio alla vigilia dell'ennesimo
trasferimento. "Uno Stato membro - scrive l'avvocato generale
della Corte, Richard de la Tour - può designare Paesi d'origine
sicuri mediante atto legislativo", come ha fatto l'Italia. Ma
c'è un ma, ed è anche piuttosto importante. Lo Stato in
questione, infatti, deve anche "divulgare, a fini di controllo
giurisdizionale, le fonti d'informazione su cui si fonda la
designazione", sulla quale resta immutato il diritto dei giudici
di verificarne la legittimità. Un parere, quello dell'avvocato,
che non è comunque vincolante mentre Bruxelles attende la
sentenza della Corte, prevista tra fine maggio e inizio giugno.
In attesa che si dirimano controversie e polemiche, a Gjader
ci si prepara ad ospitare i primi migranti in un'area che può
contenere al momento 48 persone, ma "che diventeranno 144", come
ha ribadito oggi il direttore centrale dell'Immigrazione e della
Polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, in audizione in
Commissione Affari costituzionali. Galzerano ha difeso la
decisione del governo di utilizzare la struttura albanese. "Se i
Cpr funzionano - le sue parole -, poter contare su dei posti
suppletivi per effettuare l'attività di riconoscimento consolare
in preparazione dell'attività di rimpatrio diventa fondamentale.
Il vantaggio è avere un 15% di posti in più rispetto alla platea
di cui disponiamo e quindi facilitare il numero dei rimpatri".
In Italia sono 10 i Centri, con una disponibilità di posti
teorica di 1.400 "ma quella effettiva è di poco più di 700
perché sono soggetti continuamente a devastazione", ha spiegato,
ricordando che "un trattenuto su due nei Cpr viene rimpatriato".
Intanto a Gjader le nubi hanno mantenuto la promessa e le
gocce di pioggia cominciano a ticchettare sull'acciaio delle
recinzioni, mentre il contadino della fattoria accanto ripone il
rastrello e si ripara sotto la tettoia in legno della sua
fattoria. Senza recinzioni. (ANSA).
© Riproduzione Riservata