LA VITTIMA
Ucciso per soldi, moglie in manette: «Fabio era troppo buono»
Il 52enne di Parabiago investito e ucciso: la passione per lo sport e i due figli gemelli
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«Era buono, Fabio Ravasio, forse troppo buono». Chi lo conosceva bene ne parla come di un ragazzo mite, appassionato di sport, tutto casa e lavoro. Mai un grillo per la testa, mai una parola fuori posto o un comportamento imprudente. La discrezione era uno dei tratti distintivi del 52enne investito e ucciso il 9 agosto scorso e per la morte del quale sono state arrestate la moglie ed altre cinque persone. Uno di loro ha raccontato agli inquirenti che Adilma Pereira Carniero avrebbe proposto di regalare «un appartamento per ciascuno in una cascina che si trova a Parabiago» in cambio della loro partecipazione al delitto.
IL TRASFERIMENTO E LO SPORT
Originario di Milano, negli anni Novanta era andato a vivere a Parabiago per ragioni di cuore e subito aveva iniziato a frequentare i campi da tennis della zona, dove aveva continuato a giocare, ad allenarsi e ad allenare i ragazzi per decenni. Solo ultimamente costretto da un problema fisico era stato costretto a limitare la sua presenza sui campi, dedicandosi ad altri sport come il podismo e il ciclismo. Sui social ci sono le sue foto alla maratona di New York, nei mesi d’estate non era raro che nel suo ufficio di Magenta andasse in bicicletta, seguendo un percorso studiato apposta per evitare le strade più trafficate e quindi pericolose. Per questo la sera di venerdì 9 si trovava sulla Provinciale 149, la strada che da Casorezzo lo avrebbe portato a Parabiago. Un percorso fatto tante volte, che passando in mezzo ai campi del Parco del Roccolo lo avrebbe portato diritto a casa: non stupisce che chi aveva pianificato di ucciderlo lo abbia aspettato proprio nel tratto di strada che corre in mezzo ai prati.
I GEMELLI E LA FAMIGLIA
Eppure da quanto sei anni fa erano arrivati i due gemelli avuti con Adilma, il suo impegno era tutto per la famiglia, alla quale non aveva mai fatto mancare nulla. Un buon padre, un imprenditore di successo, una posizione economica solida, uno sportivo conosciuto da tanti e da tutti apprezzato per la sua competenza, oltre che per la grande passione che metteva in tutto quello che faceva. Per questo la sua improvvisa morte a Parabiago aveva creato un grande vuoto.
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