ROMA
Patagarri a Ebrei Roma, macabri non noi ma la guerra

(ANSA) - ROMA, 02 MAG - "A chi ha definito la nostra
esibizione di ieri macabra rispondiamo che per noi macabro è un
mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli
ospedali bombardati, i civili sterminati. Un mondo nel quale chi
chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare
odio antisemita". I Patagarri, dopo aver gridato ieri dal Palco
del Concertone del Primo Maggio a Roma 'Palestina libera' sulle
note di una canzone della tradizione ebraica, rispondono così,
su Instagram, all'attacco ricevuto dalla Comunità ebraica.
"Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di
fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno
imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello
che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità",
continua il gruppo. "Abbiamo suonato una canzone della
tradizione ebraica, che da tempo fa parte del nostro repertorio
e ne fa parte perché noi non siamo mai stati contro una
popolazione o l'altra - argomentano I Patagarri -. Ma abbiamo
sentito la necessità di privarla del testo originario, che parla
della gioia di stare insieme, per sottolineare che da troppo
tempo, nel Medio Oriente, quella gioia non esiste più. Abbiamo
così voluto testimoniare le storie dei civili, cioè di chi paga
il prezzo più alto durante le guerre, perché vittime innocenti".
Nel lungo post di risposta alle accuse ricevute, il gruppo
ricorda come "qualsiasi report internazionale sottolinea che il
prezzo in termini di morti, feriti, mutilati. che la comunità
palestinese sta pagando in seguito alla guerra è inaccettabile.
Con la nostra testimonianza non abbiamo fatto altro che ribadire
dati oggettivi". E poi concludono: "Mettiamoci allora d'accordo
su quali sono le parole giuste per chiedere che i bambini non
muoiano più, che gli ospedali non vengano più bombardati, senza
essere accusati di invocare la distruzione del popolo
israeliano, senza finire in questa trappola retorica
dell'antisemitismo, accusati per tramite di sofismi
insopportabili, mentre la gente continua a morire". (ANSA).
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