ROMA
Sisma in Afghanistan, aggiornamenti da Kunar della ong italiana

(ANSA) - ROMA, 03 SET - Villaggi isolati, feriti in attesa di
soccorso, ospedali al collasso. Dal team di Nove Caring Humans
arrivano aggiornamenti drammatici su una situazione 'sempre più
critica' nelle zone del terremoto di magnitudo 6 che lunedì ha
scosso l'Afghanistan, racconta Kahled, referente da Kunar della
ong che da tempo è presente nelle province orientali del Paese
con progetti di sicurezza alimentare e sviluppo comunitario
'Questi territori - aggiunge - sono tra i più isolati e
poveri dell'Afghanistan. Oggi, dopo il terremoto, queste
fragilità strutturali rendono ancora più difficile raggiungere
le comunità colpite e garantire un'assistenza tempestiva. La
situazione è sempre più critica. Le aree remote rimangono
isolate e molti villaggi tra le montagne sono irraggiungibili. I
sopravvissuti attendono soccorso, assistenza medica e il
recupero delle salme. Le strade sono bloccate: solo veicoli
militari e fuoristrada riescono a passare in parte, mentre la
maggior parte dei mezzi di soccorso resta ferma lungo il
percorso'.
'Le comunità colpite continuano a dormire all'aperto, sia per
i danni subiti sia per il timore di nuove frane - prosegue
Kahled - Gli elicotteri militari stanno evacuando i feriti verso
gli ospedali disponibili, ma il Jalalabad Central Hospital è
allo stremo: ogni volo riesce a trasportare soltanto 20-25
persone, mentre le richieste di assistenza aumentano di ora in
ora'.
Nonostante la presenza di una rete di ong pronta a
intervenire, le emergenze continuano a crescere. I bisogni più
urgenti includono: la mancanza di cibo e acqua potabile; la
necessità di tende e materiali per rifugi di emergenza, di
veicoli pesanti per il trasporto e lo sgombero delle strade;
interventi 'wash' per garantire acqua pulita, servizi
igienico-sanitari e condizioni minime di igiene, indispensabili
per prevenire epidemie. E anche lo smaltimento delle carcasse
animali: solo a Kunar si stimano circa 6mila capi di bestiame
perduti.
Al momento non è ancora possibile stimare i danni
complessivi, ma la ricostruzione e il sostegno alle famiglie
richiederanno un ingente impegno economico a lungo termine.
'Da 34 anni l'Afghanistan è la mia casa - afferma Alberto Cairo,
presidente di Nove Caring Humans - Ho visto guerre e povertà, ma
non ci si abitua mai a tanto dolore. Tragedie come queste
scavano ferite profonde, difficili da rimarginare. Ora è il
momento di unirci. Nove è già al lavoro per assistere la
popolazione, ma serve l'aiuto di tutti. Vi chiediamo di far
parte della nostra rete di solidarietà: ogni contributo può
portare cure, rifugi e speranza a chi oggi ha perso tutto'.
(ANSA).
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