PALAZZO REALE
Un labirinto di arte e pace

Pace preventiva. Ossia, «pace prima di ogni guerra. Pace sopra ogni cosa». Così, l’artista piemontese Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), spiega il titolo della sua nuova mostra milanese, promossa e prodotta dal Comune di Milano cultura, Palazzo Reale, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto in collaborazione con Skira, curata da Fortunato D’Amico e parte di Milano Art Week.
«LA PACE VIENE SEMPRE DOPO LE GUERRE»
«La pace - dice - viene sempre dopo le guerre. C’è sempre una guerra prima di arrivare a una vittoria o a una sconfitta. La vittoria sarebbe quella di fare la pace prima di qualsiasi guerra. La sconfitta deve essere la guerra stessa». Novant’anni e l’energia di un ragazzino, il maestro dell’Arte Povera è convinto che l’arte giochi un ruolo centrale per «una trasformazione responsabile della società». Per il suo progetto ha scelto a Palazzo Reale la sala delle cariatidi. Come aveva fatto Picasso settant’anni fa, quando aveva posto come clausola per esporre “Guernica” la sala distrutta dai bombardamenti dell’agosto 1943, sotto le lesene e i ballatoi sbriciolati dalle bombe.
LE OPERE
La testa del toro - Minotauro, dipinta da Picasso in Guernica, è la stessa della creatura mostruosa che abita il labirinto, un percorso sinuoso realizzato in cartone, entro cui lo spettatore è invitato a incamminarsi, in una presa di consapevolezza che lo porta a incontrare sul cammino altre opere di Pistoletto: i “Quadri Specchianti”, un tavolo in attesa di ospiti pronti a dialogare, una grande “Venere degli stracci” appositamente ricreata, la “Mela Reintegrata” e un video dal quale la voce del maestro biellese si diffonde in tutta la sala.
IL LABIRINTO
«Il Labirinto - spiega il creatore della mostra, Fortunato D’Amico - segnala la presenza della dualità contrapposta tra il mostro e la virtù. A chi si addentra nelle sue trame, così come fece l’eroe Teseo, è necessario avanzare evitando passi falsi che potrebbero compromettere la sua vita e quella degli altri. Il rischio è di essere fagocitati dall’unico abitante che dimora nel labirinto, il Minotauro, orribile creatura, simbolo universale di tutte le prepotenze. Il visitatore dovrà seguire un tragitto sinuoso e disorientante camminando all’interno del Labirinto. In questo “laborioso marchingegno dell’arte” a ogni bivio egli dovrà necessariamente scegliere il tragitto da effettuare per raggiungere le altre opere in esposizione, soffermarsi davanti a esse e riflettere sulla loro esistenza. All’uscita dall’installazione il temerario ospite porterà con sé il ricordo di un’esperienza ricca di contenuti immaginifici e di informazioni pratiche, ma anche la cognizione di avere completato un esercizio tangibile, efficace per riflettere sulle modalità per uscire dal labirinto della realtà quotidiana, debellare l’accanito fautore di malvagità e instaurare La Pace Preventiva».
LA MOSTRA IN ALTE SEDI MILANESI
”La Pace Preventiva” si diffonde in altre sedi milanesi con tre installazioni in altrettanti musei scientifici del comune: il Museo di Storia Naturale, il Planetario e l’Acquario Civico, invitando così a muoversi nella città, continuando il cammino iniziato nel labirinto. La scelta di musei scientifici deriva dal pensiero di Pistoletto che è necessario, per ottenere la pace, usare della scienza e della tecnologia «in maniera umana, per avere una società umana. L’umanità non è ancora stata fatta, l’umano è ancora orrendo, adesso deve diventare meraviglioso. Quindi la dualità è sempre presente, noi però dobbiamo saperla usare per fare d’ora in poi soltanto qualcosa di meraviglioso».
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