MUSEO BAGATTI VALSECCHI
Uno sguardo sulle visioni metafisiche

Un dialogo inedito tra fotografia, pittura e scultura, tra visioni metafisiche e classica perfezione. A proporlo è il museo Bagatti Valsecchi di Milano, che, in linea con la filosofia di casa museo aperta a ospitare altre collezioni, in particolare nell’ottica di una dialettica tra antico e contemporaneo, presenta un corpus di fotografie di Vasco Ascolini (1937), provenienti dalla collezione fotografica della Fondazione Pasquale Battista, accanto a sculture - piccole teste marmoree o gessi - di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, e dipinti di Giorgio De Chirico, come “L’aragosta” del 1922 e una “Piazza d’Italia”, che ha come protagonista il silenzio imperante di una scultura sdraiata tra architetture disabitate.
LA MOSTRA
I dialoghi metafisici sono il focus di questa mostra: il cosmo fotografico di Ascolini si pone in relazione con le tele di De Chirico attraverso una settantina di scatti, selezionati dai curatori Antonio D’Amico e Luca Carnicelli, che enfatizzano una dimensione atemporale scandita da bianchissime sculture marmoree – che potrebbero essere state prelevate dalle gipsoteche di Canova e Thorvaldsen - e immensi spazi disabitati.
LA CARRIERA DI ASCOLINI
Ascolini, fotografo specializzato nel teatro, dopo una visita al Museo Rodin di Parigi nel 1982 si dedica ai beni culturali e al dialogo tra scultura e fotografia. La sue opere, ricche di contrasti di luci e ombre, dettagli dissonanti e scorci inediti, evocano “incubi e metafisici segreti”, come scrisse di Ascolini Ernst H. Gombrich, in quello che fu uno dei rari scritti dello studioso dedicati alla fotografia: “Come egli possa catturare la quiete e la solitudine di uno scenario carico di premonizioni rimarrà il suo segreto”.
L’ESPOSIZIONE
In questa mostra, il visitatore è invitato a introdursi nell’eloquente dialogo instaurato tra gli ambienti museali e le opere di Ascolini in un percorso pensato per valorizzare non solo gli scatti del fotografo reggiano ma anche le numerose opere della collezione della casa museo - dalle ceramiche ai vetri, dagli arredi agli avori. L’esposizione pone infatti l’attenzione anche sul parallelismo che corre tra la valorizzazione di dettagli sfuggenti, operata da Vasco Ascolini mediante la selezione di precisi soggetti fotografici e la rivalutazione delle arti applicate attuata dai fratelli Bagatti Valsecchi per evocare l’immaginario rinascimentale nella dimensione più prettamente domestica.
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