SODDISFAZIONE
Mandole esalta lo staff e applaude Librizzi
Dopo il colpo contro Bologna il coach di Varese evidenzia il lavoro svolto dagli assistenti Legovich e Renzetti
Herman Mandole porta in conferenza stampa tutto il suo staff condividendo con Marco Legovich e Federico Renzetti - oltre al figlio “Tatu” - la gioia dell’impresa contro la Virtus Bologna.
«Voglio condividere con loro perché mi sopportano quando le cose vanno male, e invece hanno fatto un capolavoro per farci vivere questa serata. Quel che abbiamo visto dipende in molta parte da loro».
La scossa post-Trieste è servita per cambiare faccia alla Openjobmetis, passata dal peggio al meglio della stagione.
«Abbiamo lavorato forte per reagire, partendo dalla seduta video del lunedì che abitualmente non effettuiamo. Perdere come è accaduto domenica ci ha fatto sentire male, e la reazione stavolta è stata quella che serviva per essere felici come vogliamo. Lo dimostra anche la gestione dei falli, con una carica agonistica diversa non ci siamo preoccupati».
LIBRIZZI
Ovviamente l’eroe di giornata è Matteo Librizzi, che da quarto esterno nelle gerarchie originarie di settembre è stato determinante da titolare, in attesa del rinforzo in regia Keifer Sykes.
«Per ora il rinforzo non c’è (almeno ufficialmente, ma la firma c’è da mercoledì scorso - ndr), abbiamo Tyus. Avere un altro playmaker con un Librizzi così? Per un coach è un problema bello da affrontare. A inizio stagione pensavamo potesse darci 10 minuti, invece contro la Virtus è stato determinante. Da capitano è ancora agli inizi, ha voluto farlo perché si sentiva pronto; con lui parlo e mi arrabbio anche più che con gli altri, ma sono contentissimo per il ragazzo».
ASSUI
Il tecnico argentino spiega anche la scelta di dare spazio ad Assui nel terzo quarto al posto di Brown.
«È stata una scelta mia, perché pensavo che in difesa non avesse fatto bene lasciando Belinelli libero in un paio di occasioni. Penso invece che Elisèe ci abbia dato quel che serviva: ne abbiamo parlato tanto e si è mostrato pronto. Facile dire oggi che è pronto, ma io ci ho lavorato per due anni; ora si vedono i risultati».
E Mandole chiude spiegando il motivo della discussione con Hands alla fine del terzo quarto.
«Jaylen è un giocatore che fa cose spesso molto positive; a volte però è un po’ pigro e ha bisogno di qualche minuto di panchina. Ma nel finale è rientrato bene e se analizziamo l’intera partita ha fatto cose molto importanti».
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